VG secondo Marco: parte 1 - Marco dà un volto a Gesù

 


Marco in breve

Marco, originario di Gerusalemme, già compagno di Barnaba (cugino?)  e di Paolo, scrive a Roma (più plausibile: in Italia), dopo la catastrofe che ha distrutto la Città santa e profanato il Tempio (altre fonti datano una versione precedente al 70 d.C.). È un sopravvissuto (?) che trasmette le tradizioni più antiche su Gesù. Non è personalmente un testimone oculare di ciò che racconta, ma è stato in contatto con testimoni oculari di cui riferisce le parole. Simon Pietro è uno dei testimoni chiave del suo racconto. Scrive prima di tutti gli altri (Evangelisti, in quanto Paolo scrive certamente prima).

Matteo e Luca, e anche Giovanni, conoscono il suo testo. Marco si serve certamente di fonti, orali e probabilmente anche scritte, ma tutti gli sforzi fatti da quasi due secoli per ricostruirle si sono dimostrati piuttosto vani. Il suo testo fino a 16,8 è assai ben conservato e quindi affidabile; oggi non pone grossi problemi di critica testuale. Ciò che segue questo v. 8, ed è attestato solo da certi manoscritti, non è di sua mano. Il suo racconto fortemente drammatizzato deve essere letto d'un fiato: il contesto più indicato è quello di una festa, e la festa del calendario ebraico che vi corrisponde meglio è certamente quella della Pasqua.

Perciò l'ipotesi che guiderà la lettura è questa: Marco era letto durante la notte pasquale cristiana, nella notte dal sabato alla domenica. I suoi destinatari erano una comunità mista, a maggioranza pagano-cristiana. Per certi nuovi membri della comunità questa notte era il punto d'arrivo della loro iniziazione: erano battezzati dopo la lettura integrale del racconto evangelico e partecipavano per la prima volta al banchetto eucaristico. Il testo, molto denso, presuppone tutta una catechesi biblica che permetta di identificare Gesù. Di fatto egli sarà presentato come profeta, l'ultimo dei profeti, il nuovo Mosè (Giosuè sarebbe più opportuno, vista la Nuova Alleanza che YHWH fece con questi), il Cristo o Messia, Figlio dell'uomo e Figlio unico di Dio (ricordiamoci il distinguo tra le varie tipologie di messianismo).

Fonte:  Benòit Standaert – “Marco. Vangelo di una notte vangelo per la vita”


PROSPETTIVA, STILE, IMPORTANZA

Qual è la prospettiva di un sinottico? (Marco)

I vangeli non fanno cronaca. C’è un evento fondamentale: passione, morte e resurrezione di Gesù: tutto, nei vangeli, viene riferito riguardo a codesta prospettiva.

Il Gesù dei vangeli, non è quel rabbi che ha fatto quella tal cosa in un certo momento, ma è il messia risorto, visto con gli occhi della fede.

È filtrato dal kerigma, dal fatto che egli è il figlio di Dio (dovremmo dire “figlio dell’uomo”. Per chi non dovesse comprendere il significato "enochiano" del termine, spero di ricordarmi più avanti di spiegarne la derivazione ed il vero significato).

Dunque, i vangeli non parlano di un Gesù storico (anche se, ad es. Luca, prova a dare un contesto storico al suo vangelo), ma ci parlano del Gesù della fede.

Se non comprendiamo questo, non comprenderemo nemmeno i vangeli.

Dunque, i vangeli non parlano di un Gesù storico (anche se, ad es. Luca, prova a dare un contesto storico al suo vangelo), ma ci parlano del Gesù della fede.

Piano teologico dell'autore

Il piano teologico dell’autore, lo troviamo nel versetto 1: Inizio del vangelo di Gesu’ Cristo figlio di Dio.

Il piano teologico è infatti rivelare l’identità cristologica di Gesù e il piano salvifico di Dio che passa attraverso sofferenza (passione), morte e resurrezione del figlio.

Quasi certamente Marco non fu il primo a mettere insieme materiale su Gesù con una intenzione salvifica (basta pensare alle lettere paoline), ma la sua fu la prima narrazione completa conservata.

Non affronteremo tutti gli 8 passi della metodologia che abbiamo illustrato precedentemente, altrimenti ci vorrebbero anni di studio. Ciò che faremo leggendo il vangelo, sarà dare qualche flash utile.


STILE 

Marco raggruppa i fatti:

  • cronologicamente (nella giornata)
  • per contenuti (controversie)
  • per forma - es. il capitolo 4 è il capitolo delle parabole:

o  il seminatore

o  il seme che cresce da sé

o  il granello di senapa

o  la tempesta sedata (racconto)

 Marco racconta i fatti:

·      come se fosse presente sul luogo

·      uso del “kai” (la congiunzione “e”)

 

Marco attinge:

·      da tradizioni orali

·      da tradizioni scritte (aramaico)

·      dalle lettere paoline ?

 

Difetti di Marco:

  • ridondanze; 
  •  espressioni greche poco eleganti;
  • presentazione poco benevola dei discepoli e di Maria; 
  •  affermazioni imbarazzanti su Gesù;
  •  apprezza meno Pietro

Chi è? a chi si rivolge? da dove scrive?

Forse è il Giovanni Marco che segue Pietro a Roma e scrive i fatti che gli vengono raccontati.

Si rivolge ad una comunità di fedeli ed anche di pagani, o meglio, come dice Raimond Edward Brown “Marco si rivolge ad una comunità che verosimilmente aveva sopportato persecuzioni e fallimento”.

Brown, “Introduzione al Nuovo Testamento”, pag. 197.

Marco è una composizione altamente teologica.

Nota: sul v1. del cap. 1, Brown fa notare che “figlio di Dio” è probabilmente un'aggiunta di un copista; infatti, bisogna attendere il cap. 15, v39, perché il centurione dica: “costui veramente era figlio di Dio”.


Pregio di Marco

 Non solo la sua composizione è di altissima teologia, ma…

cosa conosceremmo di Gesù se avessimo solo le lettere paoline?

Avremmo una magnifica teologia, è indubbio, ma incentrata solamente su ciò che Dio padre ha fatto in Cristo, ma Gesù sarebbe rimasto quasi un “senza volto”.

Marco ha l’onore di aver dipinto quel volto e di averlo reso permanentemente parte del vangelo.

 

 


Commenti

  1. Molto bello, cortesemente ci ricorda poi la differenza tra figlio dell'uomo e figlio di Dio, grazie buona serata

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  2. In attesa del post: "figlio dell'uomo", nel "pentateuco Enochiano" (con tipologia ereditata o suggerita dagli apocalittici, quali Daniele) è colui il quale esisteva da sempre, quindi il vero Figlio di Dio. Figlio di Dio, in termini di Salmo 2 e della dottrina farisaica, era il Messia umano, che Adonai avrebbe costituito Suo Figlio quando avrebbe governato su Israele liberata e su tutte le Nazioni. Questo in estrema sintesi. Buono studio!

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