Metafora e Parabola - cominciamo con la Metafora

 METAFORA: La metafora (dal greco μεταφορά, da metaphérō, «io trasporto») in linguistica è un tropo, ovvero una figura retorica che si basa su una similitudine per analogia ed in base alla quale un vocabolo o una locuzione sono utilizzati per esprimere un concetto diverso da quello che normalmente significano (fonte: Wikipedia).

A tutti sarà capitato di dire «...metaforicamente parlando...», come ad es. per dire che quanto vediamo davanti ai nostri occhi la moltitudine di fatti che dipingono la degenerazione dei comportamenti etici non  certo conformi alla morale cristiana, diciamo che ciò che ci appare non è che «la punta dell'iceberg». In realtà per costituire metafora, la locuzione dovrebbe far parte di una frase compiuta, con Soggetto + Copula + Predicato:

I vari comportamenti (Soggetto) degenerati  + non sono (Copula) che + la punta dell'iceberg (Predicato). 

Qui la metafora è "predicare" del Soggetto facendone una similitudine con la punta dell'iceberg (del quale oltre il 70% della massa, rimane nascosta alla vista).

Vediamo un esempio più semplice:

Sansone è un toro.

Ovviamente Sansone non è un toro: la metafora mi dice con un accostamento di un termine (toro) molto lontano dal campo semantico del Soggetto (Sansone), che Sansone è forte come un toro (il toro, in generale, è associato alla forza fisica).

Dunque, la metafora enuncia qualcosa, in quanto predica di un soggetto (attribuisce un predicato ad un soggetto), con un accostamento di termini i quali, più sono distanti tra loro dal rispettivo campo semantico, maggiore sarà il potere evocativo e comunicativo della metafora stessa.

Vediamo qualche esempio di metafora dal IV Vangelo:

Io sono la vite
    voi (siete) i tralci (Gv 15,5)

Io sono il pane della vita (Gv 6,48)

Io sono il buon pastore (Gv 10,14)

Prendiamo la prima metafora: Gesù dice: «Io sono la vite» (Gv 15,5a), non si può capire tale metafora se non partiamo dal significato letterale della «vite», se non sappiamo che cos’è la «vite» (il nostro intelletto sollecitato, richiama in seguito al senso del discorso un filare d’uva, non certo una vite per fissare un tassello al muro...).

La METAFORA richiama alla memoria il significato letterale del predicato (la vite) per poi DISTRUGGERLO (Gesù non è fisicamente «la vite») e far emergere un significato nuovo.



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