Il mio Amico Gustavo Rol
Ho sentito l'impulso di scrivere il presente post come testimonianza di un fatto che mi è accaduto poco meno di una decina d'anni fa e lo scrivo a seguito del fatto che proprio in questi ultimi giorni, per combinazione, ho visto su youtube alcuni vecchi programmi ed interviste, oltre che il film a lui dedicato: sto parlando del mio amico Gustavo Rol. Chi sia Gustavo lo lascio alla vostra curiosità. Per quanto mi riguarda, da buon Torinese, non potevo certo ignorare la sua figura che ho purtroppo avuto modo di conoscere ed apprezzare solo attraverso i libri che parlano di lui (credo di averli letti tutti: uso il condizionale perché non si studia mai abbastanza).
Ma veniamo al fatto. Sono su un treno regionale che porta a Termini (Roma) intento a leggere un libro, mentre la mia borsa in pelle nera, con dentro un disco Usb con una marea di informazioni di lavoro e personali, il portafogli con soli dieci euro dentro ma bancomat, carte di credito, patente, codice fiscale, le chiavi di casa è stata da me posta sopra il sedile di fronte: una presenza distrattamente controllata "con la coda dell'occhio" mentre divoro le pagine del libro.
Ad un certo punto il treno si ferma alla stazione Tuscolana, l'ultima prima di Termini sul percorso: abbasso il libro sulle gambe, giro appena lo sguardo alla pensilina con gente che attendeva di salire e intravedo un figura che afferra la mia borsa e fugge scendendo dal treno le cui porte erano appena state aperte.
Il tempo di realizzare, balzo in piedi, ma il treno sta già ripartendo! Poiché sono nel penultimo vagone, nell'ultimo trovo il capotreno o comunque un addetto del treno il quale, da me sollecitato, chiama immediatamente la Polfer che purtroppo era stanziata alla stazione precedente la Tuscolana. Scendo a Termini nel panico, avviso mia moglie a casa e prego: "Dio, cosa faccio adesso?" e poi, non so perché, dico ad alta voce: "Gustavo, ti prego, aiutami!!!". Premetto che in quel periodo pensavo a tutto meno che a Rol, quindi quel rivolgersi di impeto a un'anima tra i defunti che non avevo ne conosciuto ne tanto meno considerato nei miei recenti pensieri, era quanto meno strano. Ma si sa che, in certi momenti, quando la razionalità viene sopraffatta dagli eventi e un senso di impotenza ti coglie (la mia paura maggiore era per le chiavi di casa, naturalmente, visto che a casa c'erano moglie e figlia), si dicono a volte le cose più impensate e, a volte, senza senso.
Improvvisamente, tutto d'un tratto, mi sento calmo e lucido: la saliva mi è ritornata (nella telefonata a mia moglie la mia voce era quasi incomprensibile, farfugliante, tanto la bocca era secca) e il mio cervello riprende in mano la situazione. "Devo ritornare alla stazione Tuscolana". Lo stesso treno su cui ero arrivato a Termini ripartiva di lì a pochissimo: risalgo e, alla stazione Tuscolana (prima fermata da Termini) scendo.
Sono circa le 9.45 e la stazione è già più frequentata di un'oretta fa, quando è avvenuto il fatto. Scendo, mi guardo in giro, cercando la borsa. Percorro il corridoio sottostante i treni, dove convergono le varie scalinate che portano alle pensiline. Ogni scalinata è percorsa da gente che sale e scende quando, ad un tratto, da una di queste, risalendo, a circa metà della stessa scalinata vedo la mia borsa nera, messa di traverso su uno scalino.
Ora, immaginare che quel via vai di gente non abbia urtato e fatto cadere la borsa (sugli scalini oppure al fondo della scalinata) oppure che nessuno l'abbia "distrattamente" afferrata e portata via per poi magari gettarla, svuotata del rimanente, in qualche bidone o lasciata dietro un pilastro beh, era veramente difficile. Eppure era così. Prendo la borsa: è pesante; la apro e trovo tutto, dalle chiavi al disco USB al portafogli (da cui mancano solo i 10 euro).
Grazie Gustavo, ti ho fatto dedicare una Messa, e ogni tanto prego per te. Riposa in pace.
Ho raccontato questo fatto a qualche amico, che forse mi ha preso per matto. Ovviamente quando il nostro raziocinio non sa spiegare un fatto per filo e per segno, per giustificare la nostra incredulità o perfino paura dell'ignoto è più comoda la conclusione che chi racconta sia un visionario, se non fuori di testa.
Ebbene: prendete una vostra borsa, anche non in vera pelle nera, lasciatela sui gradini di una scalinata in una stazione a vostra scelta, andate al bar della stazione, prendete un vermouth (non "chinato", ma in piedi, se avete fretta), pagate e poi tornate a cercare la vostra borsa.
Scrivetemi, se l'avrete ritrovata.
(Nella foto: il mio amico Gustavo Adolfo Rol).

Incredibile 😯
RispondiEliminaNel senso: stupefacente!
RispondiEliminaNon possiamo infatti spiegare tutto...
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