Il Regno di Dio - facciamo chiarezza (2a puntata)

Come completamento del conteggio effettuato nel post di codesto blog " Il Regno di Dio" (pubblicato il 12/02/2024/, nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC di qui in avanti) Regno di Dio compare 56 volte e Regno dei Cieli 35 volte, per un totale di 91 volte.
Se si considera anche l'espressione "Regno di Cristo", che compare 11 volte, arriviamo a 102 (quindi, sostanzialmente, tante quante il concetto compare nel Nuovo Testamento [N.T. di qui in avanti]), anche se in una esegesi, come quella del CCC, le ripetizioni sono d'obbligo.

Passiamo ora all'argomento odierno: chi ha parlato per primo del Regno di Dio / Regno dei Cieli?

Se leggiamo con attenzione i Vangeli, in particolare i sinottici (Mc, Mt, Lc) e ci soffermiamo ad analizzare:

  1. il messaggio enunciato nel versetto/i;
  2. chi l'ha detto;
  3. quando l'ha detto (in che occasione);
  4. quando viene ripreso;
  5. è o non è fondamentale?;
  6. che fine fa nel corpus del N.T.
certamente il messaggio sul Regno di Dio non può che lasciarci sgomenti, per la sua involuzione. Da una iniziale ascesa iperbolica, come già abbiamo visto nella puntata precedente, si assiste ad una vera e propria involuzione, per poi riaffermare la propria importanza nel CCC.

Proviamo a soffermarci su alcuni dei suddetti punti, prendendo come riferimento Mt 3, 1-2:
In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino!».

Premesso che Matteo 1 è incentrato sulla genealogia di Gesù ed il capitolo 2 ci racconta della:
  • nascita di Gesù;
  • fuga in Egitto;
  • strage degli innocenti;
  • rientro in Israele e stanziamento in Nazaret,
il capitolo 3 di Matteo, inizia dopo aver ignorato infanzia, adolescenza e maturità di Gesù facendo una fotografia che inizia il racconto intorno a fine 28 d.C. inizio 29 d.C. ("In quei giorni"). 

Identificato il tempo, lasciando perdere esegesi elucubrative tipo "cronologia teologica" o "tempi ultimi" e via dicendo, l'analisi letterale derivante da quanto succede di lì a poco (compare Gesù, ormai adulto e pronto ad abbracciare la stessa causa di Giovanni il Battista, anche se da due posizioni diverse: quella essenica di Giovanni e quella più tipicamente farisaica di Gesù - non si gridi allo scandalo: i Farisei, che come i Sadducei derivavano da quegli Hasidim [cioè "pii"] difensori della tradizione in opposizione all’ellenismo, ai tempi della rivolta dei Maccabei [168 a.C. - 134 a.C.] sono sempre stati considerati come i più grandi dottori della Legge al tempo di Gesù. Ricordiamo che anche Paolo fu un fariseo...). posiziona topograficamente la predicazione di Giovanni il Battista nel deserto della Giudea (Gv 1,28 specifica che il Battista stava battezzando in Betània, al di là del Giordano, ma se guardiamo una cartina dell'epoca saremmo più tentati di dire che il posizionamento corretto fosse un poco più a nord, altrimenti avrebbe battezzato nel Cedron o Chidron o Chedron - dall'ebraico traslitterato Qidròn).

Cosa diceva Giovanni? Matteo riporta letteralmente «Convertitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino!».

Dunque il corpus della predicazione di Gesù era già in atto di predicazione con Giovanni il Battista. La conversione / pentimento  (teshuvah in ebraico traslitterato), una delle condicio sine qua non per l'entrata nel Regno dei Cieli, iniziava con la confessione pubblica dei peccati e il battesimo somministrato dal Battista. 
È interessante osservare che solo Matteo riferisce che Giovanni il Battista parla del Regno dei Cieli prima che lo faccia Gesù, e siccome si dice che con Giovanni il Battista si chiude l'Antico Testamento (A.T. di qui in avanti), il tema che qui ci apprestiamo ad esplorare è il seguente: da dove, Giovanni il Battista, prende spunto per questo insegnamento che sarà il corpus della predicazione di Gesù?

La risposta è semplice e complessa nello stesso tempo: dall'A.T.
Dunque è nell'A.T. che si trovano le braci per il messaggio divampante del N.T.: vediamo di fare un sintetico percorso che il lettore curioso potrà ampliare leggendosi il libro "La religione di Gesù l'ebreo" di Geza Vermes (Cittadella Editrice, 2002).

Nell'A.T. il Regno è una nozione essenzialmente politica: il suo significato originario vede un Israele unito e governato da un Re divino, il cui Regno si estenderà sino ad includere tutte le Nazioni. Si passa da una regalità terrena dei Re, dagli inizi della monarchia del IX sec a.C. sino a passare al concetto di regalità celeste dopo la caduta di Gerusalemme nel VI sec. a.C. per via della conquista di Nabucodonosor.
Dopo i Giudici (fine 11 sec. a.C. inizio X sec a.C.), la maggioranza degli Ebrei voleva un sovrano che li governasse, un Re unto (mashiah in ebraico traslitterato, da cui "Messia") da YHWH ma non tutti erano d'accordo, come possiamo recepire dal Salmo 2 (qui non riportato per brevità). Riportiamo soltanto dal Salmo 2 che il Re unto da YHWH è come suo figlio generato: a lui sono date in possesso le genti e il dominio su tutta la terra.
Con l'avvento di Nabucodonosor sono ovviamente finite tutte le velleità di una politica autonoma ebraica e, in assenza di governanti nazionali, nacque il messianismo biblico che profetizzava la venuta di un Re che avrebbe ristabilito il governo istituzionale di Dio su tutti gli Ebrei liberati dagli imperi stranieri.
Oltre al già citato Salmo 2, abbiamo anche il 110 ed anche, in particolare, Ezechiele 34,24:
E io, YHWH, sarò per esse (le Sue pecore, ndr) come Elohim, e (il) servo di me Davide (sarà) capo in mezzo a esse. Io, YHWH, parlai. (traduzione interlineare da "EZECHIELE" a cura di Roberto Reggi, Editrice EDB, 2009).

È interessante notare che lo stesso Ezechiele cambia rotta di lì a poco (Ez 39,3-5) enunciando che alla fine dei tempi sarà YHWH stesso, senza alcun rappresentante, ad annullare l'avversario finale di Israele: Gog, del paese di Magog.
Quindi il Regno di Dio nell'A.T. designava lo stato finale del genere umano, con imposizione della Legge divina, come ben si evince dal Salmo 22,28-29 (anche questo in traduzione interlineare EDB):
Ricorderanno e torneranno a EL-YHWH tutti (i) confini di (la) terra, e si prostreranno davanti a te tutte (le) famiglie di (le) nazioni.

E questo Regno dove si trova? Il Salmo 103,19 ci viene in aiuto  (anche questo in traduzione interlineare EDB):
YHWH nei cieli (shamaim in ebraico traslitterato, ndr) stabilì (il) trono di lui e (la) regalità di lui in tutto governò.

Ecco da dove viene l'espressione "Regno dei Cieli". È altresì interessante osservare che contro le 100 citazioni nel N.T., in A.T. il Regno (malkhut o melukkah in ebraico traslitterato) è citato solo 6 volte, mentre si dà invece più enfasi al Re (cioè YHWH direttamente o al suo Messia) che sarà a capo di tale Regno. È inoltre doveroso rilevare che, mentre in A.T. il concetto di Regno è molto concreto (terreno, universale, nei Cieli) nel N.T. il concetto è molto più astratto.
Buono studio!



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