Ragionare su Dio?
Che cosa succede se con criteri umani di logica, matematica, fisica, metafisica, filosofia cerchiamo di ragionare su DIO? Che forse, con tutto il rispetto, dobbiamo farci umilmente da parte e lasciar parlare la Teologia la quale, in ultima ratio, si ferma anch’essa, coerentemente, davanti ad alcune ‘pietre miliari’ dichiarando con devozione: “Mistero di Dio”.
Vediamo 3 di queste pietre
miliari.
Prima pietra: l’infinito.
Se immaginiamo un foglio bianco enorme, senza limiti ne confini in tutte le
direzioni e dimensioni, abbiamo un’idea (vaga) di infinito. Ora, per semplicità,
ragioniamo solo su un foglio nel piano bidimensionale e immaginiamo di poter
tracciare una retta (che è infinita) che divida il foglio (infinito) in due
parti le quali sarebbero anch’esse infinite anche se matematicamente parlando,
di un infinito di grado inferiore (ma sempre infinito). (Ai matematici, tra i
quali ahimè rientro, piace limitare l’illimitabile, per poi dichiarare che rimane
comunque sempre illimitato...). Perché tutto questo? Perché per poter
immaginare lontanamente l’idea di trascendenza ed illudersi di poterla
rappresentare, ma senza cadere nel fatto che Dio crei tramite una limitazione
di Sè Stesso, dobbiamo per forza imporre (perché la nostra piccola mente cerchi
di afferrare il concetto) una “separazione” tra luogo del creato e luogo di Dio
(trascendente il creato).
Ma anche qui, purtroppo,
nonostante l’escamotage, Dio limita la Sua parte di infinito, per far posto al
creato.
Vediamo cosa succede invece se
non suddividiamo l’infinito di Dio dal luogo della creazione (l’altra parte di
infinito). In questo modo, o Dio cede parte del proprio infinito per far
esistere l’universo creato e non confondersi con lui (trascendenza di Dio)
oppure Dio crea nel Proprio infinito ed oltre a trascenderlo, contiene anche l’universo.
Attenzione: non sto facendo “coincidere” Dio con l’universo, altrimenti cadremmo
nel panteismo (pan= tutto, Theos= Dio. Cioè: Dio è tutto). A voi la discussione.
Seconda pietra: la coesistenza
di infiniti diversi.
Dio è Uno e Trino, così
apprendiamo dalla Teologia Trinitaria che con qualche secolo di ragionamenti e
alcuni Concili Ecumenici è arrivata a definire la dottrina della nostra fede su
tale aspetto. Il Padre è infinito, il Figlio è infinito, lo Spirito Santo è
infinito. Com’è possibile che vi siano 3 infiniti? O meglio: come possono
coesistere i 3 infiniti, senza che l’uno limiti l’altro o l’uno limiti sé
stesso per fare posto all’altro?
La Chiesa, probabilmente
interpretando (cito solo codesto esempio) Giovanni 14,1-11 “Credetemi: io
sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro credetelo per le opere stesse”,
utilizza il termine ‘pericoresi’ (che in greco ricorda un movimento circolare,
di rotazione, poi usato come ‘penetrazione’) per spiegare la coesistenza delle
3 Persone divine, infinite. Dunque i 3 infiniti non sono un assurdo, un
paradosso, per via del fatto che sono l’Uno nell’Altro (lo Spirito Santo non è
espressamente citato nel passo giovanneo citato, ma la ‘regola’ – con tutto il
rispetto – vale anche per Lui). Qualche commento?
Terza pietra: Persone ‘diverse’.
Tutti i ragionamenti iperbolici terminano con un carpiato doppio quando
proviamo a ragionare su 3 diverse Persone che vivono ‘insieme’: il Padre,
infinito e totalmente spirituale, il Figlio, infinito ma con il corpo glorioso
che ha mantenuto dopo la resurrezione (e la Chiesa ci dice manterrà per tutta l’eternità),
corpo che sappiamo essere molto particolare (passa ad esempio attraverso una
porta) come ci dicono gli evangelisti, e possiede comunque una forma fisica
esteriore ‘limitata’ e Maria assunta in Cielo col suo corpo fisico originario.
Un vero enigma della sfinge per
fisici, matematici e per i loro rispettosissimi ma non infiniti cervelli, cui
non è consentito (per limiti naturali) arrivare ad umana spiegazione. Ma se
qualcuno ci vuol provare, ben contento son di ascoltare.
Dunque vi ho introdotto 3 bei
temi tosti, sui quali certamente fior fior di esegeti, teologi, filosofi,
metafisici, matematici, fisici e compagnia cantante ci daranno le loro 1000
interpretazioni, ognuno negando le 999 degli altri o quanto meno concordando su
alcune tesi di altri, forse più per dare maggior credibilità alle proprie.
Purtroppo, c’è un errore di
partenza. Quale? Ma è semplice: pretendere a tutti i costi di voler attribuire
a Dio le caratteristiche e proprietà umane, seppur riconosciuteGli nella loro quintessenza.
Dio è Dio. Punto. Stop. Che ci
piaccia o no, non ci sarà mai qualcuno (dopo Cristo) in grado di spiegare Dio.
Siamo tutti Filippi, ciò che ci ha detto il Figlio non ci basta, pretendiamo di
ragionare su tutto, di Dio??? È così difficile ammettere che ci vuole un Dio,
per spiegare Dio? Gesù nei Vangeli ha dato poche spiegazioni su Dio: quelle
necessarie. E non ha volutamente attribuito proprietà umane o usato
comparativi: Mc 10,8 “Nessuno è buono, se non Dio solo”. Dunque non è
che noi siamo buoni e Dio è “molto più buono”.
Termino, dando comunque un piccolo
esercizio finale ai “più ostinati”: leggetevi Giovanni 1,18; 5,37; 6,46 e poi
rispondete a codesta domanda: “Se nessuno ha mai visto il Padre tranne il
Figlio, con chi ha parlato faccia a faccia Mosè?”.

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