Onniscienza non esclude indipendenza
Il primo post di oggi nasce dall'ascolto personale di una omelia di un Sacerdote di una diocesi di questo mondo, secondo il quale, in sintesi, sarebbe errato il pensiero di molti cristiani i quali pensano che Dio, dopo il peccato di Adamo, abbia poi mandato il Suo Figlio per salvare il mondo dal peccato di cui l'Uomo si è macchiato ribellandosi a Dio, sino a volersi fare tale a Lui.
Dio infatti, essendo onnisciente (oltre alle altre qualità ben note) sa tutto e conosce tutto, quindi sapeva benissimo "come sarebbero andate le cose".
Ora, non occorre essere ne teologi ne esegeti ne tanto meno filosofi accreditati per fare un semplice ragionamento.
Quando Dio crea il mondo e con esso gli esseri viventi e l'Uomo e la Donna, lo fa certamente con uno scopo positivo. In ogni caso, lo fa e basta (bontà Sua). Donando all'Uomo (di qui in avanti si intende genere umano, quindi uomini e donne) il libero arbitrio, lo lascia libero fautore del proprio destino, libero cioè di scegliere distinguendo il bene dal male. Immaginando corretta l'omelia del Sacerdote in questione, Dio mentre crea l'Uomo sà già che questo gli si ribellerà contro. Già con la creazione degli Angeli, aveva per così dire commesso un errore: anche qui sapendo (sempre secondo il ragionamento che stiamo seguendo) che parte di essi si sarebbero ribellati e sarebbero diventati angeli ribelli (cioè, demòni - vi metto l'accento perchè possiate pronunciarlo correttamente leggendo il post).
Successivamente, Dio in qualche modo comincia (sempre secondo il ragionamento, sia bene inteso) a prendere in giro se stesso: dice ad Abramo di lasciare Ur dei caldei (sì, ok, a quel tempo manco si chiamava così quel territorio) già sapendo che Abramo accetterà e di li a poco tempo, gli chiederà il sacrificio del figlio Isacco, ben sapendo che Abramo non lo effettuerà in quanto l'Angelo lo fermerà un attimo prima, visto che Dio sà già che Abramo lo avrebbe fatto e Lui, Dio, glielo avrebbe impedito. Insomma, tutto è già nella mente di Dio.
Abbiamo saltato il discorso di Noè, per cui varrebbe lo stesso ragionamento. Andiamo avanti a grandi balzi. Dio continua (ostinatamente) a voler fare una alleanza con una famiglia (Isacco/Israel) e quindi con un popolo (Israele) che continuerà ad essere idolatra (dai tempi del vitello d'oro, appena salvati dall'Egitto) sino alle sconfitte assiro-babilonesi e manda in periodi di centinaia d'anni profeti che irrimediabilmente falliscono ma Dio li manda comunque ben sapendo, sempre secondo il ragionamento, come andrà a finire.
Allora decide di mandare il Figlio, Verbo incarnato, come già aveva predisposto sin dall'inizio, perchè, per citare una nota e vecchia canzone di Celentano, "già sapeva che sarebbe finita, uh! certo così!".
Anche l'invio del Figlio è dunque (sempre secondo il ragionamento) un copione già scritto e pronto per la recita da parte degli attori, dove l'unico stupidotto ignorante in quanto non conosce l'esito della sua e dell'altrui parte, è proprio lui: il vecchio Satanasso.
Anche il Getsemani è dunque una sofferenza "recitata": la Trinità conosce benissimo (essendo Dio, quindi onnisciente) come andrà a finire.
Uhm...non vorrei dire, ma qui il ragionamento del nostro Sacerdote mi scivola nel docetismo (dal greco dokeo=apparire), quell'eresia che riteneva "apparenza" ciò che accadde a Gesù: è tutta una farsa, il Figlio di Dio non può soffrire, ne tanto meno morire sulla croce (questo più o meno sostenevano i docetisti). Infatti, come in un film, gli attori interpretano un copione, ma non muoiono realmente ne fanno effettivamente quello che il film mostra come reale.
Dunque, per dirla alla Lutero, secondo il Sacerdote in questione dovremmo anche concludere che siamo predestinati chi alla salvezza, chi alla pena eterna: Dio sà benissimo per ciascuno di noi come andrà a finire, quindi quando lo preghiamo di mandarci la Sua Grazia, magari dice "Ok, oggi te la mando, ma tanto è inutile: tu brucerai in eterno, perchè così vedo che andrà a finire per te!".
Caro Sacerdote, se Dio fosse questo Dio (con buona felicità di Lutero, Zwigli e Calvino & Company) cambierei subito religione.
Ma per "fortuna" sua e mia, caro Padre, Dio non è schiavo della propria mente.
E poi, come dice un noto politico, "mi consenta": se Dio è un mistero, perchè vi ostinate a dare interpretazioni (non sempre ortodosse - nel senso di rette, ovviamente) che vi portano su un pericoloso punto morto, di non ritorno?
Attenetevi al Vangelo: una parola di più o di meno, non sempre potrebbe essere apprezzata dal Creatore.

Se tutto fosse già previsto, a nulla varebbe il nostro libero arbitrio. E, di certo, la sofferenza di Gesù nel Getsemani era vera ed intensa, essendo Lui anche uomo. Il Vangelo ci racconta la sua angoscia disperata, il suo buttarsi a terra e piangere lacrime di sangue, pregando il Padre che passasse oltre quell'amaro calice. Ogni uomo vive almeno un Getsemani nella propria Vita. E Gesù ci è vicino in quella sofferenza, proprio perché Lui per primo l'ha vissuta.
RispondiEliminaYeshua: YHWH salva. Amen.
EliminaCiao
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